La leggenda narra che i nobili del luogo, conti, marchesi o
solo grandi proprietari terrieri, potevano esigere il diritto di prima notte
dai propri villani. Alla fine del pranzo allo sposo veniva regalata la “coscia
della sposa”, una coscia intera di agnello steccata e cucinata a fuoco lento,
spesso solo con il riverbero del mattone. In seguito con la scoperta del
pomodoro venne trasformata in ragoùt (ragone da zita). Lo ius primae noctis
consumato dal notabile veniva così ripagata dall’addentare, da parte dello
sposo una splendida coscia farcita con alloro e pepe. Qualcuno malignando mi
dice: “conoscendo le bellezze delle contadinotte di quel periodo e immaginando
il profumo di quella carne allevata a spezie d’alta montagna…non sa cosa si
perdeva il Conte…”
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